Buongiorno lettori come state? Io sto dedicando tutto il mio tempo libero e le mie energie a concludere il lavoro sul mio romanzo, che troverà chi di voi verrà a Tempo di libri il mese prossimo, ma oggi non sono qui per parlarvi di questo.
La scorsa settimana, ho deciso di avventurarmi tra le pagine di Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson, un romanzo che avevo intenzione di leggere già da un po' e da cui è stato tratto un film che dovrebbe uscire proprio quest'anno, nonostante non siano ancora disponibili date ufficiali o trailer di alcun genere. Ad ogni modo, non si è rivelata esattamente la lettura che mi aspettavo... curiosi di scoprire perché?
Abbiamo sempre vissuto nel castello
Shirley Jackson
Tutti al villaggio sembrano provare un odio profondo verso i Blackwood e nessuno degli abitanti ne fa segreto. Mary Katherine è l'unica che esce di casa per comprare provviste e ogni volta i paesani la prendono di mira senza pietà.
Dopo il misterioso incidente con il veleno che ha causato la morte dei restanti membri della famiglia, avvenuto anni e anni prima, Constance, accusata di omicidio e poi assolta, non ha più messo il naso fuori e lo zio invece è rimasto seriamente invalido ed è spesso delirante.
Ambientato nell'America degli anni sessanta, Abbiamo sempre vissuto nel castello è un romanzo bizzarro, parecchio contorto e, proprio per questo, ai miei occhi terribilmente affascinante. La narrazione è molto introspettiva e anche parecchio calma, in apparenza, ma è ciò che si nasconde sotto alla superficie, il vero protagonista di questo libro.
Con questa sua storia, indubbiamente cupa e tetra, Shirley Jackson è riuscita a disturbarmi, a farmi quasi impazzire, spingendomi a mettere costantemente in dubbio ciò che stavo leggendo, dimostrando davvero un grande, grandissimo talento.
La mente della sua Mary Katherine è un posto oscuro, sfaccettato, pieno di ombre. E il mistero che aleggia su casa Blackwood è qualcosa di tangibile, capace sempre di tenere alta la tensione e di catturare completamente l'attenzione del lettore.
Nonostante, forse proprio sulla parte conclusiva, mi aspettassi qualcosa di diverso, ho apprezzato davvero a tutto tondo questo libro e non vedo l'ora di leggere le altre storie della Jackson.
Tirando le somme, mi rendo conto comunque che questa è una di quelle storie speciali, non proprio per tutti, dunque mi è difficile pensare di poterla consigliare a un pubblico vasto, perché sono certa che una buona fetta non l'apprezzerebbe, mentre una piccola parte l'amerebbe moltissimo. Dal momento che si tratta di neanche duecento pagine però, non vi è venuta voglia di scoprire, voi da quale parte vi schierereste? Casa Blackwood vi aspetta.
La scorsa settimana, ho deciso di avventurarmi tra le pagine di Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson, un romanzo che avevo intenzione di leggere già da un po' e da cui è stato tratto un film che dovrebbe uscire proprio quest'anno, nonostante non siano ancora disponibili date ufficiali o trailer di alcun genere. Ad ogni modo, non si è rivelata esattamente la lettura che mi aspettavo... curiosi di scoprire perché?
Shirley Jackson
Editore Adelphi ● Pagine 182
Cartonato N/D ● Brossura 18,00 € ● Ebook 8,99 €
Cartonato N/D ● Brossura 18,00 € ● Ebook 8,99 €
Trama: «A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce»: con questa dedica si apre L'incendiaria di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo La lotteria. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai "cattivi", ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.
Recensione
Mary Katherine Blackwood ha diciotto anni e vive con la sorella Constance e con lo zio Julian, insieme all'adorato gatto Jonas, praticamente in isolamento nell'enorme casa che un tempo ospitava tutta la loro famiglia.Tutti al villaggio sembrano provare un odio profondo verso i Blackwood e nessuno degli abitanti ne fa segreto. Mary Katherine è l'unica che esce di casa per comprare provviste e ogni volta i paesani la prendono di mira senza pietà.
Dopo il misterioso incidente con il veleno che ha causato la morte dei restanti membri della famiglia, avvenuto anni e anni prima, Constance, accusata di omicidio e poi assolta, non ha più messo il naso fuori e lo zio invece è rimasto seriamente invalido ed è spesso delirante.
Ambientato nell'America degli anni sessanta, Abbiamo sempre vissuto nel castello è un romanzo bizzarro, parecchio contorto e, proprio per questo, ai miei occhi terribilmente affascinante. La narrazione è molto introspettiva e anche parecchio calma, in apparenza, ma è ciò che si nasconde sotto alla superficie, il vero protagonista di questo libro.
Con questa sua storia, indubbiamente cupa e tetra, Shirley Jackson è riuscita a disturbarmi, a farmi quasi impazzire, spingendomi a mettere costantemente in dubbio ciò che stavo leggendo, dimostrando davvero un grande, grandissimo talento.
La mente della sua Mary Katherine è un posto oscuro, sfaccettato, pieno di ombre. E il mistero che aleggia su casa Blackwood è qualcosa di tangibile, capace sempre di tenere alta la tensione e di catturare completamente l'attenzione del lettore.
Nonostante, forse proprio sulla parte conclusiva, mi aspettassi qualcosa di diverso, ho apprezzato davvero a tutto tondo questo libro e non vedo l'ora di leggere le altre storie della Jackson.
Tirando le somme, mi rendo conto comunque che questa è una di quelle storie speciali, non proprio per tutti, dunque mi è difficile pensare di poterla consigliare a un pubblico vasto, perché sono certa che una buona fetta non l'apprezzerebbe, mentre una piccola parte l'amerebbe moltissimo. Dal momento che si tratta di neanche duecento pagine però, non vi è venuta voglia di scoprire, voi da quale parte vi schierereste? Casa Blackwood vi aspetta.
In lista da una vita, ma intanto, dell'autrice, ho già a casa Lizzie. :)
RispondiEliminaIo voglio assolutamente procurarmi gli altri suoi libri, sento che li adorerò :D e penso che piaceranno molto anche a te!
EliminaEro davvero curiosa di leggere il tuo pensiero su questo libro e ora la mia voglia di leggerlo è ancora più alta (tra la tua recensione e quella di Vero so già che lo amerò alla follia).
RispondiEliminaLeggendo quello che dici sullo stile della Jackson e avendo letto Incubo a Hill House, credo che sia proprio una sua particolarità quella di usare uno stile introspettivo e tranquillo, che porta il lettore a ragionare e a notare tutto della storia raccontata.
Io ti consiglio di leggerlo Hill House, perché ha alcune caratterstiche in comune con questo.
Oh bello *o* se scrive sempre così... ha tutta la mia ammirazione e devozione! Lo leggerò senz'altro Hill House!
EliminaMi ha sempre interessato, e sono contenta di leggere recensioni positive :D sarà sicuramente uno dei prossimi classici che prenderò :)
RispondiEliminaVai sul sicuro :D pensa, è piaciuto anche a me che ai classici sono un po' allergica!
Eliminamolto interessante questa autrice me la segno!
RispondiEliminaMi fa piacere ^.^ spero che deciderai di darle una possibilità!
EliminaL'ho letto l'anno scorso e gli ho dato cinque stelle - e Sebastian Stan sarà un perfetto cugino Charles. *-*
RispondiEliminaNonostante la Jackson sia proprio il mio genere e mi piaccia come scrive il romanzo l'ho trovato leggermente sottotono rispetto alle aspettative. A suo modo anche un po' prevedibile. Però molto curioso e anche un po' malato... aspetto il film :)
RispondiEliminadeve essere molto particolare da quel che dici. Non so se sarei tra le fila degli estimatori o di chi lo boccia, di sicuro mi appunto il titolo.
RispondiEliminaPS A tempo di libri ti vengo a cercare, voglio il tuo libro!
Contentissima che ti sia piaciuto Denise! E concordo è un romanzo complesso e bizzarro ma scritto con un'eleganza e un'umorismo nero che conquista. Merricat mi ha creato più di un disagio ;-) e ammetto di averlo preferito anche a L'incubo di Hill House
RispondiEliminaAdesso mi piacerebbe tanto leggere Lizzie ^^
Anche a me è è piaciuto molto, un racconto disturbante e affascinante, A distanza di più di un anno, ogni tanto, ancora penso alle protagoniste.
RispondiEliminaOh, io lo leggerei ^^ Mi incuriosisce parecchio! Adoro le storie contorte.
RispondiEliminaDella Jakson di recente ho preso "L'incubo di Hill House" :)
:) Ce l'ho in lista da un po'!
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