martedì 2 maggio 2017

Recensione "Scrivere è un mestiere pericoloso" Alice Basso

Buongiorno lettori, come state? Queste settimane con i martedì e i mercoledì, al sapor di lunedì, mi sono proprio piaciute tanto! Peccato che la bazza sia ormai finita, c'è rimasto soltanto in due giugno, poi per avere delle vacanze se ne parlerà a Ferragosto! Ad ogni modo, oggi ho pensato che, vista l'imminente uscita del terzo volume della serie, sarebbe stato carino tenervi compagnia con la mia recensione per Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso, frizzantissimo romanzo che ho letto ormai a fine scorso anno.



Scrivere è un mestiere pericoloso
Alice Basso
Editore Garzanti ● Pagine 341
Cartonato 16,40 € ● Brossura N/D ● Ebook 9,99€

Trama: Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l’altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l’affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti. Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l’intuito di Vani può smascherarli.


Recensione
In questo secondo episodio delle avventure di Vani Sarca, la brillante ghost writer dell'Edizioni l'Erica, adesso anche rispettabile collaboratrice della Polizia, Alice Basso riprende in mano la storia della tanto cinica e amata eroina di tutti i giorni che ha conquistato i cuori di noi lettrici.

Sotto le feste natalizie, Vani si trova invischiata dentro a un nuovo caso. Enrico le ha affidato il compito di scrivere un libro di ricette che vedrà protagonista Irma, l'anziana cuoca della celebre e prestigiosa famiglia Giay Marin. Vani odia cucinare, sa pochissimo riguardo a ingredienti, dosi e metodi di cottura e al solo pensiero di doversene interessare, la noia la uccide, ma questo sarà il minore dei suoi problemi. Durante una delle interviste alla vecchia Irma, tra un aneddoto e una ricetta, la donna le confesserà di essere stata lei a uccidere uno dei due giovani eredi della casata, omicidio per cui invece è stato incolpato e incarcerato il fratello. Vani si ritroverà dunque, con l'approvazione del commissario Berganza, a dover far luce sulla questione, senza però attirare troppo l'attenzione su di sé. Impresa che non si rivelerà per niente semplice.

L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome, il primo romanzo della serie, era riuscito a conquistarmi senza riserve. Scrivere è un mestiere pericoloso si è dimostrato un valido successore, ma per quanto estremamente godibile, per svariati piccoli dettagli, non è riuscito a convincermi al cento per cento.
Ad esempio, per quanto ben costruita e congegnata, la dinamica del caso della famiglia Giay Marin non è riuscita molto ad appassionarmi, e in più (la vecchiaia incombe, lo so, non prendetemi in giro) facevo davvero fatica a distinguere Armando da Adriano, Adriano da Aldo, eccetera eccetera. Tutti nomi troppo simili fra loro per delle figure viste in modo comunque approssimativo. Sono sicura che la cosa fosse voluta (del resto mia nonna ha chiamato i suoi figli Achille, Anna e Angelo... e be' il cognome lo sapete) e per carità, da un punto di vista narrativo era un dettaglio magari anche godibile però, secondo me, davvero poco pratico.

Mi è anche mancata un po' quella nota romance che nel precedente volume era più briosa e marcata. Inoltre, la strana coppia Vani/Berganza non mi ha pienamente entusiasmata.
Ultimo punto, ma non meno importante: ho trovato troppo esagerata la figura di Vani. Lei ha sempre ragione, lei capisce sempre quello che pensano gli altri con un solo sguardo, lei trova il modo di averla vinta sempre e comunque. Insomma, mi è parsa fin troppo infallibile e ciò ai miei occhi da lettrice, le ha fatto perdere credibilità e veridicità. Ma se c'è una cosa di cui sono sicura, è che Alice, la quale bravura non è di certo in discussione, troverà il modo di far tornare Vani con i piedi per terra.

Mi rendo conto che, arrivati fin qui, penserete magari che il libro non mi sia piaciuto, ma è stato tutto il contrario. A dirla tutta forse volevo troppo, do la colpa alle mie stratosferiche aspettative, che comunque non sono state proprio deluse, ma solo non totalmente appagate. Ritrovare Vani è stato come rivedermi con una vecchia amica che conosco da sempre. Alice è stata in grado di divertirmi e mi ha fatto ridere un innumerevole numero di volte, tra cui alcune anche sui mezzi pubblici. Non vedo l'ora, infatti, di avere tra le mani il prossimo volume della serie! Carissima Alice, ti attendo al varco... spero tu non ti sia dimenticata portare anche Riccardo!



Vani di Alice Basso
  1. L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome, 2015
  2. Scrivere è un mestiere pericoloso, 2016
  3. Non ditelo allo scrittore, 2017

6 commenti:

  1. Ho letto questo libro tempo fa e leggendo la tua recensione ho riprovato le stesse emozioni, un ni, un quel qualcosa che manca ed è "piacevole " passami il termine, sapere che a storcere il naso non sono stata l'unica, anche se il libro è comunque bello e si può leggere tranquillamente apprezzandolo.

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    1. Mi fa piacere (e insomma il senso lo abbiamo capito :P) che io non sia l'unica ad avere avuto queste impressioni ^.^ anche se sì, come hai detto anche tu, questo non toglie niente al fatto che sia assolutamente un buon libro!

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  2. Ahhh, a me è piaciuto pure più dell'altro!
    Non vedo l'ora che arrivi il 18 maggio :3

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    1. Eheh io e te si fa sempre più fatica ad andare d'accordo su un libro :D

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  3. io l'ho amato tantissimo e non vedo l'ora che esca il terzo, ormai manca poco

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    1. Sì, manca pochissimo! Io spero di cogliere l'occasione per riuscire ad andare a un incontro con Alice :D

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