lunedì 20 marzo 2017

Reading the movie #42 La luce sugli oceani

Reading the movie è una rubrica ideata da me per parlare di due mie grandi passioni che ogni tanto si incrociano: cinema e lettura. Adoro leggere i libri da cui sono tratti i film che mi hanno emozionato e mi piace anche fare il contrario, leggere i libri prima che ne escano le trasposizioni al cinema. Da qui nasce questo spazio in cui poterne parlare insieme a voi.

Buongiorno lettori e buon inizio settimana! Sono proprio contenta di aver trovato il tempo per rispolverare questa cara vecchia rubrica che, lo sapete, per me è sempre stata un must. Oggi vi parlerò della mia - purtroppo - deludente esperienza con la trasposizione cinematografica del romanzo La luce sugli oceani di M.L. Stedman.

About the book
Titolo: La luce sugli oceani
Autore: M. L. Stedman
Editore: Garzanti
Pagine: 370
Trama: Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro. Perché sulla terraferma, tra la civiltà, c'è una donna che spera ancora. Una donna infelice, ma determinata. Questa è una storia che esplora ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e come spesso sembrino la stessa cosa. Questo è il romanzo di una madre e di un padre e della loro figlia segreta. Questo è il punto in cui amore e colpa si incontrano, e non vi lasceranno più.


About the movie
Genere: Drammatico
Regia: Stephen Sommers
Cast: Michael Fassbender (Tom Sherbourne), Alicia Vikander (Isabel Graysmark Sherbourne), Rachel Weisz (Hannah Roennfeldt), Caren Pistorius & Florence Clery (Lucy-Grace Rutherford)
Come al solito, fare qualche premessa è doveroso. Punto uno: avevo il romanzo in wishlist da un'eternità, ricordavo a grandi linee la trama e quando ho saputo che c'era un film all'orizzonte ne ero entusiasta. È stato per questo che, senza nemmeno guardare un trailer né niente, ho deciso di andare al cinema così, quasi come ad un appuntamento al buio, sulla fiducia di ciò che pensavo questo film potesse essere. Poi diciamocelo, Michael Fassbender mi piace molto, dunque mi sentivo in una botte di ferro. Beata illusione. Punto secondo: c'è da dire che circa un mesetto fa ero tentata di comprare il romanzo, poi però ho letto l'estratto su Amazon come è mio solito fare e ho deciso di lasciar perdere. C'era qualcosa che non mi convinceva. In pratica diciamo dunque
che il mio istinto un misero tentativo di salvarmi l'ha anche fatto, però ha indubbiamente fallito.

Per chi non conoscesse né libro né film, vi riassumo la trama in poche righe. Si è da poco conclusa la prima guerra mondiale e c'è questa coppia innamoratissima che vive in un faro. Tom e Isabel desiderano ardentemente avere dei bambini, purtroppo però Isabel ha qualcosa che non va, perché non riesce a portare a termine la gravidanza, né la prima, né la seconda volta. Il giorno seguente al secondo aborto, capita però qualcosa di inaspettato. Dall'oceano arriva una barca e a bordo ci sono un uomo morto e una bambina di pochi mesi. Tom vuole segnalare, come di suo dovere, l'accaduto, ma Isabel lo convince a non farlo e lo spinge a mentire di fronte a tutti e di dire che la bambina in realtà l'ha partorita lei.
Peccato che, nel paese sperduto da dove viene la stessa Isabel, ci sia una madre col cuore spezzato per la perdita della sua bimba e del marito, dispersi in mare.

Premessa interessante, non trovate? In teoria sì, in pratica... be' in pratica è tutt'altra storia. Seppur fossi consapevole che il film che stavo andando a vedere era etichettato come drammatico non ero psicologicamente pronta a trovarmi di fronte a così tanta, tanta, ma tanta angoscia. Di solito, non so voi, ma i drammatici che piacciono a me sono quelli che sì, sono tristi, ma magari finiscono bene. O magari, anche se finiscono male e nel mezzo accadono cose orribili e tristi, alla fine un po' di speranza in qualche modo te la lasciano. Insomma, penso che in questo tipo di film ci debba essere uno scambio alla pari. Io spettatore, decido che va bene se mi dai uno schiaffo, un pugno, una spinta, poi però, pretendo anche una carezza, un abbraccio, un bacio, anche solo un sorriso. Questa poi ovviamente è la mia personalissima opinione e penso sia di fatti parecchio soggettiva la cosa, ma ci tenevo comunque a spiegarvi il mio punto di vista.

Tutto questo per dirvi che, purtroppo, secondo me, La luce sugli oceani di luce non ne ha nemmeno un po', ma neanche alla lontana. È buio dall'inizio alla fine. Persino la prima parte, quella in cui Tom e Isabel si innamorano e decidono di sposarsi, che dovrebbe essere quella felice, è triste, buia, pesante. In pratica sono poco più di due ore di angoscia. Succede una cosa bella? Angoscia. Succede una cosa brutta? Angoscia. Vengono inquadrati anche solo semplicemente il faro e l'oceano? Indovinate. Angoscia! E per quanto Fassbender e la Vikander possano essere stati bravi e possano aver regalato interpretazioni magistrali e reso il dolore alla perfezione, per me semplicemente è no. Sono uscita dal cinema con l'angoscia nel cuore e non è così che mi voglio sentire quando finisco di guardare un film. Oppure, se proprio devo sentirmi così, pretendo che sia una di quelle tristezze un po' dolci e un po' amare, che comunque un senso ce l'hanno. Insomma, per quanto mi riguarda è stata una delusione a tutto tondo. Non so se ci siano differenze tra il film e il romanzo, so solo che però non è per niente mia intenzione leggerlo, non dopo questa batosta.


Voi avete letto il libro o visto il film? Se sì, cosa ne pensate? Se no, avete in programma di fare una delle due cose? Nella vivida speranza di non essere l'unica aliena a pensarla in questo modo, resto in attesa dei vostri commenti. Alla prossima!


18 commenti:

  1. Quando ho visto il trailer qualche settimana fa, mi sono subito chiesta il perchè non avessi letto il libro... ed io leggo sempre il libro prima di vedere il film, quindi dovrò attendere pazientemente! Il fatto che fossi già in lacrime per un minuto e mezzo di trailer mi sembra un buon inizio, no?

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    1. Ahahaha a me, paradossalmente, mi ha angosciata talmente tanto da impedirmi anche di commuovermi :D

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  2. Io ho letto il libro un po' di tempo fa e mi era piaciuto un sacco... sì, era angosciante, ma faceva riflettere, per tutto il tempo mi sono chiesta "cosa avrei fatto io", perché la Stedman è molto brava, a mio parere, a farti comprendere tutti i punti di vista, anche se non li condividi. Mi piacerebbe vedere il film, spero di riuscire ad andare; ieri gli ho preferito "Il diritto di contare" che mi è piaciuto e mi ha commossa.

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    1. Spero possa piacerti ^.^ io purtroppo non sono riuscita ad apprezzarlo fino in fondo!
      Volevo vedere anche io Il diritto di contare ma se provo a propinare un altro drammatico al mio ragazzo mi disconosce u.u

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    2. Ahah capisco, ma Il diritto di contare non è drammatico in senso stretto... noi abbiamo anche riso in più di un'occasione, e le tre protagoniste sono eccezionali. Questo sì che è un film che infonde speranza, secondo me!

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    3. Eh sicuramente sarebbe stata una scelta più saggia rispetto a questo :D però poveraccio, si è sacrificato per farmi vedere La bella e la bestia e dato che questo non è il suo genere mi tocca risparmiarlo :P

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  3. Ci siamo già confrontati sulla tristezza eccessiva, ricordo le due stelle a Raccontami di un giorno perfetto, e ancora una volta sono in disaccordo. Anche il romanzo è un caso di coscienza disperato e angosciante, ma se non lo avessi vissuto in quel modo non lo avrei ritenuto per nulla ruscito. Sono le libbre di carne che il genere richiede. E anche il film, curatissimo e con un trio delle meraviglie, l'ho trovato un melodramma necessario. :)

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    1. "un caso di coscienza disperato e angosciante": definizione perfetta, bravissimo!

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    2. E va be' alla fine si sa :D son sempre gusti! E meno male che non la pensiamo sempre allo stesso modo o diventerebbe noioso :P
      Sarà che comunque, tra film e libri, quelli "eccessivamente" tristi non fanno proprio per me alla fine >.<
      Io la trama così pesante poi l'avrei in realtà anche retta... se però fosse stata concepita in modo un po' diverso. Cioè, praticamente in questo film loro sono tristi anche quando sono felici. Si innamorano? Sono tristi. Fanno l'amore? Sono tristi. Crescono una bambina sana e gioiosa, e niente a posto di trasmetterti la gioia di quei momenti... tristezza. Troppo per il mio povero cuore! Perché è vero che certe cose rendono tristi sempre, però suvvia, lo spazio per un sorriso senza ombre lo si dovrebbe sempre trovare.
      Per Raccontami di un giorno perfetto invece il discorso è completamente diverso secondo me. Quel "romanzo" sbatte in faccia al lettore il trionfo della totale indifferenza delle persone e della vita. E per me il messaggio è sbagliatissimo. L'ho trovato addirittura diseducativo. La speranza dov'è? E anche la morale dove sta? E di fronte una madre e a una famiglia che se ne frega a tal punto del figlio da permettergli di farsi del male, di bello cosa c'è? Di fronte a una ragazzina viziata che è troppo occupata a pensare a se stessa e alla sua vita senza vedere che chi le ha vicino ha bisogno di lei, di bello cosa c'è? E soprattutto, io, lettore, che messaggio dovrei recepire? Dovrei riflettere sul fatto che non bisogna essere indifferenti? Se era quello lo scopo della Niven - non dimentichiamoci la tanto pietosa nota alla fine - per quanto mi riguarda ha fallito perché a me quel libro mi ha fatta arrabbiare e basta. Ma proprio tanto. Alla fine lei, continua la sua vita, lui l'ha salvata! Wow! A lui però non ci ha pensato nessuno. Non basta già la vita a farci vedere queste cose? Non basta leggere i giornali tutti i giorni per vedere che qualcuno si è ucciso, che qualcun'altro si è buttato sotto un treno o dal settimo piano? Se devo leggere un libro - o vedere un film - il cui scopo è solo quello di darmi un pugno nello stomaco, no grazie. Io ho bisogno dell'arcobaleno dopo il temporale, ci basta la vita ad essere di per sé abbastanza triste e crudele.

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  4. Ciao! Io non ho ancora visto il film però ho letto il libro anni fa. Ricordo la tristezza e l'angoscia di cui era impregnato. Una storia dolorosa che termina nell'unico modo possibile : altro dolore. Come dici tu di luce in questa storia non ce né proprio.
    Cosa strana e che mai mi era capitata con un altro libro, ho dovuto darlo via perché dopo averlo letto mi faceva star male anche solo vederne il dorso. Troppo triste.

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    1. Capisco! Io tempo fa ho letto un libro sempre molto triste e angosciante, che però ha saputo regalarmi tanto e farmi riflettere. Ovvero Proibito di Tabitha Suzuma!

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    2. L'ho letto anch'io Proibito, però non mi aveva convinto molto. C'è da dire che, come dici tu, fa davvero riflettere!

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    3. Peccato. A me ha lasciato l'angoscia per giorni ai tempi!

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  5. L'ho visto la settimana scorsa - senza aver letto il libro, però.
    Condivido il fatto dell'angoscia, però devo dire che a me è piaciuto. L'unica recriminazione che ho avuto - e che ha lasciato perplesse me e la mia amica - riguarda il fatto della "scelta".
    Non so, forse mi aspettavo più pathos o "dramma" - sì, lo so, come se non ce ne fosse abbastanza! xD - nel momento del "Io la considero mia figlia ma non sono sua madre, però cosa è giusto fare?"
    Secondo me hanno forse dato troppo spazio all'innamoramento e affrettato invece il dilemma tra giusto e sbagliato.

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    1. Sì anche io sono rimasta abbastanza basita dalla scelta. Penso che se fossi stata nei panni di Tom avrei restituito la bambina non appena avessi saputo che aveva effettivamente una mamma lì fuori!
      Anche io mi aspettavo più phatos invece u.u concordo sul poco spazio dato al dilemma!
      Poi a me non è piaciuta nemmeno la reazione di lei quando lui si è preso tutta la colpa .-.

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    2. Quella neanche a me, ma proprio per niente. u_u

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  6. Ho visto sia il libro che letto il film... emh, magari il contrario, e forse sono una voce un po' fuori dal coro. Il romanzo mi è piaciuto per la tematica delicatissima che tratta ma lo stile dell'autrice a volte è un po' acerbo e la protagonista non mi ha fatto pena per mezzo secondo. Lucy non è mai stata sua figlia per me.
    Nel film invece la Vikander ha reso meglio quell'angoscia che nel libro non emergeva a sufficienza e forse, un pochino, l'ho preferito. Ma in linea di massima li metto allo stesso livello 😊

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    1. Be' dài mi pare di capire comunque che il libro è molto fedele e la cosa mi fa piacere :D però penso proprio non faccia per me ad ogni modo :P

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