Buongiorno lettori e buon inizio settimana, come state? Io sono appena tornata da un weekend di relax! Mi ci voleva proprio, ultimamente il lavoro mi stressa da matti, ho davvero troppe cose da fare, da gestire e a cui pensare, povera me... non vedo l'ora che arrivi fine mese per poter stare a casa un paio di giorni.
Venendo al *dunque* oggi sono qui per lasciarvi il mio pensiero riguardo al discutissimo Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood, letto qualche mesetto fa con il gruppo di lettura organizzato da Veronica (She was in wonderland). Prossimamente vorrei recuperare anche la serie TV, sto aspettando l'ispirazione. Ad ogni modo, ringrazio moltissimo l'ufficio stampa di Ponte alle Grazie per avermi fatto avere una copia del libro!
Il racconto dell'ancella
Margaret Atwood
Difred è un'Ancella, una delle poche donne considerate ancora fertili che vengono rigidamente addestrate e inviate "a compiere il loro dovere" presso le case dei Comandanti. Un tempo Difred aveva un nome, era una donna libera e aveva una famiglia, un marito amorevole e una figlia. Tutto ormai però è diventato per lei soltanto un lontano ricordo a cui aggrapparsi nei suoi interminabili giorni, fatti di silenzio e solitudine. Eppure, nel suo piccolo, Difred non fa che lottare, nella speranza che le cose possano cambiare, e racconta al lettore la sua storia e i suoi pensieri, le sue paure e i suoi sogni. È una donna piegata nel corpo, ma non ancora nell'anima.
Questo romanzo di Margaret Atwood si è indubbiamente dimostrato meritevole. Nella sua brutalità, nella sua crudeltà e desolazione, ha veramente tanto, tantissimo da dire, riguardo a com'è la società oggi, riguardo a come potrebbe diventare un domani, se non si presta la giusta attenzione. Ho davvero sinceramente apprezzato molto il messaggio che l'autrice si è impegnata a trasmettere ai suoi lettori e la scrittura l'ho trovata a dir poco brillante. Nonostante si tratti infatti di un romanzo per lo più passivo e silenzioso, quasi privo d'azione, la Atwood è riuscita a non annoiarmi mai e a tenere sempre alta la mia attenzione.
L'unica cosa a lasciarmi un po' perplessa, sono state le ultime ottanta pagine circa, in cui la storia ha preso, all'improvviso, una direzione inaspettata e, ai miei occhi, incoerente con quanto narrato fino in quel momento. Purtroppo, non posso parlarne a modo senza fare spoiler, dunque coprirò il mio pensiero, e consiglio di leggerlo soltanto a coloro che hanno già concluso la lettura del romanzo. Non sono riuscita a comprendere appieno l'altro volto di Galaad che ci viene mostrato; in una società così rigida come l'ha dipinta la Atwood, non penso ci fosse spazio anche per questo, tutt'altro. È stato quasi come se l'autrice avesse voluto farci vedere che in fondo era tutta una facciata e la cosa proprio non mi è piaciuta. In più, ci sono rimasta parecchio male per il modo in cui, alla fin fine, seppure plausibilmente, Difred si è arresa al suo destino e ha messo da parte quella grande forza che l'aveva accompagnata sempre.
Nonostante dunque personalmente non sia riuscita ad apprezzare il romanzo nella sua interezza, mi reputo comunque davvero soddisfatta della lettura. Il racconto dell'ancella è un romanzo valido sotto ogni aspetto, che non potrà che arricchire la vostra esperienza di lettori dunque, se non lo avete ancora letto, vi consiglio di dargli una possibilità.
Venendo al *dunque* oggi sono qui per lasciarvi il mio pensiero riguardo al discutissimo Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood, letto qualche mesetto fa con il gruppo di lettura organizzato da Veronica (She was in wonderland). Prossimamente vorrei recuperare anche la serie TV, sto aspettando l'ispirazione. Ad ogni modo, ringrazio moltissimo l'ufficio stampa di Ponte alle Grazie per avermi fatto avere una copia del libro!
Margaret Atwood
Editore Ponte alle Grazie ● Pagine 398
Cartonato N/D ● Brossura 16,80 € ● Ebook N/D €
Cartonato N/D ● Brossura 16,80 € ● Ebook N/D €
Trama: In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
Recensione
In un ipotetico futuro, a seguito di una guerra nucleare, quelli che oggi conosciamo come Stati Uniti d'America sono profondamente cambiati. Dalle ceneri della vecchia civiltà è sorta la Repubblica di Galaad, un regime dittatoriale, che priva totalmente i propri cittadini, a esclusione dei pochissimi eletti che si trovano al comando, dei diritti fondamentali dell'uomo. Tutti, a Galaad, hanno il proprio ruolo designato dalla società, nessuno può permettersi la benché minima libertà di azione o di pensiero, e a nessuno è consentito transigere. Pena: la morte. Difred è un'Ancella, una delle poche donne considerate ancora fertili che vengono rigidamente addestrate e inviate "a compiere il loro dovere" presso le case dei Comandanti. Un tempo Difred aveva un nome, era una donna libera e aveva una famiglia, un marito amorevole e una figlia. Tutto ormai però è diventato per lei soltanto un lontano ricordo a cui aggrapparsi nei suoi interminabili giorni, fatti di silenzio e solitudine. Eppure, nel suo piccolo, Difred non fa che lottare, nella speranza che le cose possano cambiare, e racconta al lettore la sua storia e i suoi pensieri, le sue paure e i suoi sogni. È una donna piegata nel corpo, ma non ancora nell'anima.
Questo romanzo di Margaret Atwood si è indubbiamente dimostrato meritevole. Nella sua brutalità, nella sua crudeltà e desolazione, ha veramente tanto, tantissimo da dire, riguardo a com'è la società oggi, riguardo a come potrebbe diventare un domani, se non si presta la giusta attenzione. Ho davvero sinceramente apprezzato molto il messaggio che l'autrice si è impegnata a trasmettere ai suoi lettori e la scrittura l'ho trovata a dir poco brillante. Nonostante si tratti infatti di un romanzo per lo più passivo e silenzioso, quasi privo d'azione, la Atwood è riuscita a non annoiarmi mai e a tenere sempre alta la mia attenzione.
L'unica cosa a lasciarmi un po' perplessa, sono state le ultime ottanta pagine circa, in cui la storia ha preso, all'improvviso, una direzione inaspettata e, ai miei occhi, incoerente con quanto narrato fino in quel momento. Purtroppo, non posso parlarne a modo senza fare spoiler, dunque coprirò il mio pensiero, e consiglio di leggerlo soltanto a coloro che hanno già concluso la lettura del romanzo. Non sono riuscita a comprendere appieno l'altro volto di Galaad che ci viene mostrato; in una società così rigida come l'ha dipinta la Atwood, non penso ci fosse spazio anche per questo, tutt'altro. È stato quasi come se l'autrice avesse voluto farci vedere che in fondo era tutta una facciata e la cosa proprio non mi è piaciuta. In più, ci sono rimasta parecchio male per il modo in cui, alla fin fine, seppure plausibilmente, Difred si è arresa al suo destino e ha messo da parte quella grande forza che l'aveva accompagnata sempre.
Nonostante dunque personalmente non sia riuscita ad apprezzare il romanzo nella sua interezza, mi reputo comunque davvero soddisfatta della lettura. Il racconto dell'ancella è un romanzo valido sotto ogni aspetto, che non potrà che arricchire la vostra esperienza di lettori dunque, se non lo avete ancora letto, vi consiglio di dargli una possibilità.
Ho in lista il romanzo (spero a breve di leggerlo) ma nel frattempo ho visto la serie tv che è spettacolare. Te la consiglio anche perché da quello che mi sembra di capire dalla tua recensione la trasposizione tv prende una piega diversa rispetto al romanzo. Ti saprò dire meglio quando avrò letto il libro. ;)
RispondiEliminaTi dirò, io me lo auguro :D spero la serie TV, in questo caso, possa "integrare"! Spero di guardarla presto ^.^
EliminaHo preferito la serie TV, con una Moss straordinaria e una Repubblica esplorata più a fondo (qui, la prima persona limita, molto), però gran romanzo.
RispondiEliminaDetto da te, mi fa ben sperare per la serie :D grazie, mi ci voleva proprio un po' di incoraggiamento per iniziarla!
EliminaNe avevo sentito parlare tempo fa, poi mi era sfuggito di mente ora però mi hai incuriosito di nuovo e sono curiosa anche di capire come sia la serie tv.
RispondiEliminaMagari puoi partire da quella per capire se fa al caso tuo il tipo di storia :3
EliminaÈ stata una lettura pesante ma che ho apprezzato moltissimo. La cosa più terrificante è che la Atwood si è ispirata al mondo reale: per sua stessa ammissione buona parte del trattamento riservato alle donne nel suo libro è successo davvero, o sta ancora succedendo, da qualche parte del mondo D:
RispondiEliminaLa serie televisiva è bellissima, non posso che consigliarla, e riesce ad approfondire nel modo giusto sia l’ambientazione che i personaggi.
Purtroppo sì, ci sono parti del mondo in cui le donne vengono trattate anche peggio di così. Noi possiamo definirci fortunate al confronto... anche se di cose brutte nostro malgrado capitano anche da noi :c
EliminaSon contenta di avere un'ulteriore conferma che la serie TV approfondisce, son proprio curiosa!
Io aspettavo questa riedizione da anni, quindi mi sono subito fiondata a leggerlo. Ciò che ho apprezzato di più, oltre alla scrittura impeccabile della Atwood, è proprio la società complessa e variegata che è riuscita a creare. A proposito di questo e del momento spoiler, non sono d'accordo con te. A me è piaciuto il volto disinibito e segreto di Galaad proprio perché l'ho trovato realistico. C'è sempre un modo di aggirare la legge, e come ben si sa c'è sempre chi predica bene e razzola male, e quasi sempre a farlo sono i potenti, capaci di trovare scappatoie.
RispondiEliminaLa serie tv devo ancora vederla, quindi non ti saprei fare un confronto.
A presto!
Sì, questo è senz'altro un buon modo di interpretare quella parte della trama e della storia... ed è un ragionamento che non fa una piega... purtroppo io però non sono riuscita a trovarlo azzeccato in questo contesto >.< ma poi è una questione di gusti!
Eliminaio l'ho cominciato ma, presa da letture "obbligate" ho dovuto accantonarlo. Anche perché l'ho trovato impegnativo e voglio leggermelo con tutta calma. L'inizio è molto molto molto promettente, voglio leggerlo con l'attenzione che merita
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