venerdì 25 settembre 2015

Recensione "Amedeo, je t'aime" di Francesca Diotallevi

Buon pomeriggio lettori, dalle mie siamo passati da estate ad autunno nel giro di una settimana e non potrei essere più contenta! Venendo a noi, dopo avervene tanto parlato tra il blog e la pagina facebook, finalmente oggi sono qui per dirvi la mia riguardo ad Amedeo, je t'aime, il nuovo romanzo di Francesca Diotallevi uscito da poco nelle nostre librerie.



Amedeo, je t'aime
Francesca Diotallevi
Editore Mondadori ElectaPagine 247
Rilegato N/D ● Brossura 18,90 € ● Ebook N/D

Trama: Parigi, 1917. Jeanne Hébuterne ha solo diciannove anni quando, a una festa di Carnevale, incontra il pittore Amedeo Modigliani. Soprannominato Maudit, maledetto, Modigliani è conosciuto nel quartiere di Montparnasse per lo stile di vita dissoluto e il carattere impetuoso, oltre che per i malinconici ritratti dagli occhi privi di pupille che nessuno vuole comprare. Lei, timida aspirante pittrice con le ali tarpate da una rigida famiglia cattolica, non può fare a meno di sentirsi finalmente attratta da quest'uomo bello e povero, che sembra vivere di sogni apparentemente irrealizzabili e affoga dolori e frustrazioni nell'alcol e nella droga. Per lui lascia ogni cosa, mettendo da parte le proprie aspirazioni, e si trasforma in una compagna fedele e devota, pronta a seguirlo ovunque, come un'ombra, anche oltre la soglia del nulla. Struggente e tormentata, la loro storia scardinerà ogni convenzione, indifferente a regole e tabù, lasciandosi guidare dall'unica legge a cui non ci si può sottrarre: quella del cuore. Amore e morte si mescolano, in questo romanzo, alla passione che anima il cuore di un artista, al desiderio di riuscire ad afferrare una scintilla di infinito.


Recensione
Quando Jeanne Hébuterne incontra Amedeo Modigliani per la prima volta, ad una festa, ubriaco e a torso nudo, con una sigaretta tra le dita, ne rimane stranamente affascinata e non riesce più a toglierselo di mente.
Lei è a tutti gli effetti una brava ragazza, non ha mai infranto le regole e ha sempre tenuto un comportamento dignitoso mentre invece le voci che girano su Modigliani non dicono niente di buono: sembra che sia un donnaiolo, che si ubriachi praticamente tutte le sere e che gli piaccia far baldoria. Jeanne sa bene che non è esattamente quello che si potrebbe definire un buon partito, ma dal momento in cui anche lui mostra di ricambiare con entusiasmo le sue attenzioni e premure, lei decide di seguire il cuore e di buttarsi tra le sue braccia infischiandosene del resto.

Attraverso alla timida e appassionante voce della stessa Jeanne, con Amedeo, je t'aime Francesca Diotallevi ripercorre le tappe di questa tragica storia d'amore.
La lettura si è rivelata piuttosto scorrevole e ho apprezzato come sempre l'inconfondibile stile di Francesca, dolce e ammaliante, ricco di dettagli al punto giusto. Ho trovato molto bella anche l'atmosfera Parigina dell'epoca che secondo me ha saputo rendere alla grande.
Purtroppo però, non sono esattamente riuscita a entrare in empatia con la storia e con i personaggi che non ho particolarmente apprezzato o preso a cuore. Ho percepito tra le pagine la grande e forte passione di Jeanne per Amedeo, ma non l'ho mai sentita sulla mia pelle, forse perché non sono riuscita a condividere gran parte delle sue scelte e quel suo essere troppo tollerante nei suoi confronti.

È un luogo comune che gli artisti siano volubili e stravaganti, che vivano solo per l'arte, e Modigliani era innegabilmente un grande artista, ma non per questo era un bravo compagno o trattava Jeanne col dovuto rispetto. Più volte durante la lettura avrei solo voluto che lei reagisse e che non si arrendesse ai suoi sentimenti, avrei voluto che per una volta si fosse fatta valere, ma non è mai accaduto. Sono convinta comunque che Jeanne, forse nel profondo, sapeva di comportarsi nel modo sbagliato, lo sapeva, ma il suo amore era così cieco da passare oltre, da diventare ossessivo e malsano. Pur di stare con Modì del resto aveva rinunciato a tutto. Non solo alla sua famiglia e all'idea che si era fatta del suo futuro, ma anche a se stessa e alla fine, alla sua vita e alla vita del bambino che aveva in grembo e che non ha mai visto la luce per via di questo suo egoismo e di questa sua cieca devozione.

Insomma, c'è da dire che le aspettative erano davvero alte e alla fine si è comunque rivelato un romanzo piacevole, che ho letto volentieri, ma che non mi ha emozionato come speravo. Lo consiglio in ogni caso agli amanti d'arte e a chi apprezza Modigliani in particolare e ovviamente a chi ha già apprezzato in passato la scrittura della Diotallevi.
Una cosa è certa: continuerò di sicuro a seguire con enorme piacere la carriera di Francesca e leggerò ogni cosa che scriverà perché se lo merita e non posso che ammirare la sua passione e il suo talento, tanto grandi che sembrano voler venir fuori da ogni pagina dei suoi libri in modo tangibile, ma penso che Le stanze buie avrà sempre un posto speciale e insostituibile nel mio cuore di lettrice.



Le opere di Francesca Diotallevi

4 commenti:

  1. Ho adorato questo libro e non conoscendo la storia è stata tutta una novità e che stile Francesca...stasera finisco Le stanze buie...capolavoro!!!

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    1. Eh sì, lo stile di Francesca conquista *-*
      Le stanze buie poi è proprio speciale :D

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  2. Lo metto nella lista dei libri da prendere. La Diotallevi va letta.

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