lunedì 19 febbraio 2018

Recensione “Eppure cadiamo felici” Enrico Galiano

Buon pomeriggio lettori, come state? Io, giusto per non farmi mancare niente, sono di nuovo a letto con la febbre per la seconda volta nel giro di due settimane: una meraviglia!
Oggi ho deciso di tenervi compagnia con il mio pensiero riguardo a Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano, romanzo che avevo sugli scaffali da quando è arrivato nelle nostre librerie, e con cui mi sono ritrovata ad avere uno stranissimo rapporto. Curiosi?



Eppure cadiamo felici
Enrico Galiano
Editore Garzanti ● Pagine 381
Cartonato € 16,90 ● Brossura N/D ● Ebook € 8,99
Trama: Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un'estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l'appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. Fino a quando una notte, in fuga dall'ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l'amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova. Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi. Un romanzo su quel momento in cui il mondo ti sembra un nemico, ma basta appoggiare la testa su una spalla pronta a sorreggere, perché le emozioni non facciano più paura.


Recensione
Gioia Spada non è un’adolescente come tutte le altre: i suoi genitori sono un completo disastro e non si prendono neanche alla lontana cura di lei come dovrebbero, a scuola se ne sta per conto suo e viene trattata come un’appestata da tutti i suoi compagni, ha una vera passione per la musica ‘vecchia’ e per le parole intraducibili. Come se tutto questo non fosse abbastanza, la sua unica amica, Tonia, è frutto della usa immaginazione.

Le giornate di Gioia volano via tutte allo stesso triste e inesorabile modo, finché però una sera, per caso, non incontra Lo. Un ragazzo strano e spiritoso, che sembra in grado di parlare la sua stessa lingua e di comprenderla al volo.
Gioia si lascia trasportare dall’ondata di freschezza, spensieratezza e novità che Lo porta nella sua vita senza farsi troppe domande. Eppure più tempo passa con lui, più si accorge che in Lo c’è qualcosa di strano. Perché i loro incontri avvengono sempre e solo di sera, lontano da tutto e da tutti? Perché non le ha mai raccontato nulla sulla sua vita? Cosa le sta nascondendo?

Con questo romanzo ho avuto uno stranissimo rapporto. Per il primo centinaio di pagine non lo sopportavo e non capivo proprio come mai in molti ne avessero decantato le lodi. Alzavo gli occhi al cielo una pagina sì e l’altra pure. Dopo, pian pianino, ho iniziato a ricredermi e, nonostante tutto, sono riuscita a godermi abbastanza la lettura.

Eppure cadiamo felici, romanzo d’esordio del simpatico professore Enrico Galiano, è un romanzo per ragazzi, ideato e scritto appositamente per loro. E questo è stato il mio problema numero uno.
Dovete sapere, infatti, che molti passaggi in questo libro sono volutamente - non so bene come definirli - sgrammaticati e scorretti. Non starò a fare esempi, vi basta dare uno sguardo alle prime pagine per capire di cosa parlo. Galiano fa ricorso più volte a un’italiano colloquiale che per quanto mi riguarda tutto è, all’infuori che piacevole da leggere o da ritrovarsi in un libro. Com’è possibile, vi chiederete, visto che il romanzo lo ha scritto proprio un un professore? Vi dirò, me lo sto chiedendo ancora anche io.
Possibile che, pur di pensare a voler invogliare i ragazzi alla lettura, si debba ricorrere a certi mezzi? D’accordo, è vero, ormai di anni ne avrò quasi ventisette io, si può dire che sono fuori target magari, ma leggevo moltissimo anche a sedici anni e, ve lo posso assicurare, sarei rimasta profondamente infastidita allora come adesso.

Problema numero due: la storia narrata da Galiano si dimostra, spesso e volentieri, troppo improbabile, quasi surreale. In una scena del libro, Gioia è di fronte a una serie di quei poster motivazionali e lei stessa si stupisce di ritrovarsi in ognuno. Genitori irresponsabili e alcolizzati, padre violento, bullismo... e chi più ne ha più ne metta! A Gioia non manca niente e addirittura la sua unica amica nemmeno esiste. Parliamoci chiaro: voi una persona così l’avete mai incontrata? Io proprio no.
E questa è solo una piccola parte, di più non posso dire perché rischierei di fare spoiler, ma ancora una volta mi chiedo: c’era davvero bisogno di esagerare tanto? Perché per me la risposta è sempre la stessa: no.

Mettendo un attimo da parte questi due piccoli grandi problemi, la lettura non è stata poi così pessima, tutt’altro. Galiano non mi ha mai annoiata e ho letto il romanzo velocemente, senza stancarmene mai, apprezzandone molto, nonostante tutto, la trama e i temi trattati. Mi è piaciuto molto il messaggio che si è impegnato a trasmettere e questa non è cosa da poco.

Dunque, dovendo riassumere in pillole, con questo romanzo ho avuto una relazione abbastanza conflittuale. Temevo che lo avrei odiato, invece alla fine, nonostante i suoi difetti, mi è piaciuto.
Personalmente, mi auguro davvero che l’autore riesca a “evolversi” con il tempo
, sia dal punto di vista stilistico che narrativo, perché sono davvero convinta che possa essere capace di scrivere bene e di farsi amare molto anche senza ricorrere a certi stratagemmi.


4 commenti:

  1. Caspita Denise, avevo alte aspettative, anche se, essendo un romanzo davvero molto apprezzato, tendo ad aspettare che la moda passi in modo da poter pensare, senza essere sommersa di recensioni a destra e a manca. Sono strana lo so! Comunque, io questo libro non l'ho ancora comprato, aspetterò ancora, magari lo troverò in un mercatino o al Libraccio!!!

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  2. Ciao, Denise!! Anche io ho questo romanzo, ma ancora non lho letto. Ispira tanto anche a me però ☺☺

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  3. Io sono una di quelle che lo hanno osannato.
    Mi sono ritrovata molto in Gioia e, amica immaginaria a parte, gli adolescenti in pessime condizioni familiari e vittime di bullismo (quando non sono invece bulli ) ce ne sono più del previsto. Ne ho conosciuti parecchi e ne ho fatto parte.
    Alla sua età ero chiusa e senz'altro strana. Il tempo del bullismo , anche se non è mai stato duro, per fortuna era passato da un pezzo. Quindi ho rivissuto tanto malessere, mi sono emozionata e rattristata a seconda della situazione ed il tipo di scrittura mi è piaciuto. Se la storia mi prende ovviamente non conta il modo di scrivere, ma solo la storia. E sono curiosa di leggere altro di Galiano.

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  4. Gioia sembra una persona molto interessante e ti dirò che, iniziando a leggere la tua recensione, mi sono detta "devo conoscerla!". Poi però sono arrivata alla parte "passaggi sgrammaticati e scorretti" e "storia improbabile" e... uhm, no, potrei mollare il libro prima delle cento pagine iniziali che hai menzionato.

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